La storia dietro il romanzo
Updated: Nov 5, 2020
Nel mezzo di quello che mi sembra, dal suo lato sinistro, più un pandemonio che una pandemia, mi accingo a parlare della storia dietro la storia di Jack & Jill, e di tutto quello che lo accompagna. Iniziamo.
Helen ha passato la maggior parte della sua vita in Australia, scrivendo pochi romanzi, ma tutti di grande successo. Quando la incontrai parecchi anni fa a Sydney, quello sarebbe diventato il suo ultimo romanzo (The Bad Policeman) veniva pubblicato.
Ricordo che quasi per caso mi ritrovai a leggere il suo primo romanzo, Blue Skies, e ne rimasi impressionata. Uno stile tipicamente inglese, ma di aspetto nettamente australiano: una narrazione asciutta, schietta, con una certa raffinatezza, ma senza ostentazioni.
Alcuni anni più tardi decisi di iniziare a tradurre in italiano Blue Skies e un altro dei suoi grandi romanzi, Jack&Jill, quest’ultimo senza nemmeno averlo letto.
Una grande impresa per un traduttore in erba. Ma non avrei potuto avere terreno migliore su cui imparare facendo pratica.
Dopo molto tempo e lavoro, nel 2016 uscì in Italia Tasmania Blues (Edizioni Socrates), la versione italiana di Blue Skies. Se ne parlò molto bene ma troppo poco. Con la traduzione di Jack&Jill provai ad attirare l’attenzione. Nel frattempo avevo tradotto altri libri, alcuni su commisisone, altri di mia spontanea volontà (non è raro per un traduttore letterario), e quando pochi anni fa, la vita mi portò in un’altra direzione geografica, riposi nel cassetto virtuale Jack&Jill in italiano, insieme a un altro paio di miei “work in progress”, e continuai in parte a tradurre, senza però avere il privilegio di scegliere i testi. Le mie opere dormienti, però, ogni tanto mi prudevano in testa. Più rileggevo Jack&Jill in italiano, più mi convincevo che una gran bella fetta del pubblico italiano lo avrebbe semplicemente amato. La stessa impressione mi veniva rileggendo le altre traduzioni. E questo mi dispiaceva, parecchio.
Un giorno di non molto tempo fa, mi sono svegliata e mi son detta: “E se...” Sapevo di avere a disposizione preziosi strumenti e guide, nel luogo dove abitavo, per mettere in atto l’idea che, di sua spontanea volontà e senza far rumore, mi era germogliata in testa, e ora voleva diventare una realtà.